Bit24 #10 – Beyoncé, Apple Vision, Disorientamento e Tassi
Decimo episodio di Bit24, una rubrica che ogni 24 del mese ripropone i contenuti condivisi sui social media dal Sole 24 Ore.
Beyoncé canta, l’inflazione schizza
Beyoncé fa schizzare l’inflazione in Svezia. D’ora in poi la colpa è sempre dei cantanti è il titolo della notizia. Secondo il capo economista di Danske Bank, i concerti dell’artista sarebbero causa del balzo dei prezzi. Teoria destinata a rivoluzionare gli studi economici. Prezzi alle stelle in Svezia e la colpa è... di Beyoncé. L’inflazione nel Paese scandinavo tocca nuove vette ma Michael Grahn, capo economista della Danske Bank, una tra le maggiori banche scandinave, non ha dubbi: le responsabilità di due terzi degli aumenti dei prezzi registrati da quelle parti a maggio scorso sarebbero da addossare alle date del Ranaissance World Tour della cantante. L’agenzia Statistics Sweden spiega che sono saliti i prezzi degli hotel, dei ristoranti, i servizi ricreativi e l’abbigliamento.
Ora, come i prezzi di hotel e affitti brevi schizzano di prezzo a Milano durante la settimana della moda, l’ipotesi descritta nella vicenda potrebbe anche non essere totalmente campata per aria. Tuttavia, l’aspetto che ritengo grave, è la confusione che una notizia del genere, magari condivisa anche in modo goliardico, possa suscitare nella comprensione dei concetti economici, in un contesto in cui l’ignoranza in materia dilaga già pericolosa. Chiunque, che sia sano di mente, si fa una risata leggendo questo titolo. Ciò non toglie che il messaggio che l’inflazione sia un accidentale e circostanziale aumento dei prezzi di qualche bene, riesca comunque a passare. Ed è un messaggio sbagliato. L’inflazione prevede infatti che l'aumento dei prezzi dei beni non è solo una tantum, ma permanente; e che non salgano solo i prezzi di alcuni beni, ma tutti. Ed è bene sottolineare che l’inflazione, quella reale, quella sistemica, è un fenomeno monetario. Aspetto da tenere presente anche nelle speculazioni intellettuali in riferimento ai recenti aumenti di prezzo dell’energia, per fare un altro esempio.
Su Instagram il Sole 24 Ore scrive che questo tipo di notizie vanno prese molto sul serio perché forniscono una chiave interpretativa nuova e intrigante delle recenti vicende politiche, economiche, finanziarie e normative del genere umano. Immagino che il tono possa essere inteso come ironico, ma non ci metto la mano sul fuoco.
Connessi e isolati
L’azienda, durante la presentazione del prodotto presso la Worldwide Developers Conference, ha posto l’enfasi dello stesso sulla nostra vita lavorativa e sull’idea che dovrebbe essere normale indossare la maschera per tutta la giornata. Durante la pandemia, abbiamo ottenuto un quadro molto chiaro degli incentivi dell'industria tecnologica. Una volta che le persone sono state isolate nelle proprie case per evitare di contrarre o diffondere un virus, le aziende tecnologiche hanno visto aumentare i loro ricavi e profitti mentre noi trascorrevamo molto più tempo davanti ai nostri schermi interagendo con i loro servizi. Anche se Apple ha cercato di enfatizzare la capacità di Vision Pro di consentire ai suoi utenti di rimanere social e consapevoli del mondo che li circonda (risata), è difficile non vederlo come un'aggiunta all'isolamento che molte persone già provano: un senso di solitudine che è stato promosso dalla tecnologia digitale che ci circonda, anche se promette una connessione senza pari.
Andando oltre si può scoprire come il Vision Pro sia, di fatto, un prodotto della neurotecnologia, come testimoniato dagli stessi dipendenti Apple che ci hanno lavorato e sono specializzati proprio nello sviluppo di prototipi neurotecnologici. Si tratterebbe di una prima e grezza interfaccia cervello-computer.
Vi lascio un pezzo delle dichiarazioni di Sterling Crispin su Twitter:
[…] i modelli di intelligenza artificiale cercano di prevedere se è curioso, se sta vagando con la mente, se è spaventato o se sta prestando attenzione, basandosi su esperienze passate o su qualche altro stato cognitivo. Questi dati possono essere rilevati attraverso misurazioni come il tracciamento degli occhi, l'attività elettrica nel cervello, i battiti ed i ritmi cardiaci, ma anche l'attività muscolare, la densità del sangue nel cervello, la pressione sanguigna, la conduttanza cutanea ecc. Grazie a questi dati, è possibile capire come aggiornare gli ambienti virtuali per migliorare le esperienze. Immaginate un ambiente immersivo adattivo che vi aiuti a imparare, lavorare o rilassarvi cambiando ciò che vedi e senti in sottofondo.
In breve, che abbiate o meno 3.500 dollari da spendere per questo prodotto, io lo terrei a debita distanza.
Disorientamento e confusione
Il 57,3% dei ragazzi tra i 15 e i 28 anni non ha alcuna idea sul lavoro che svolgerà nel futuro o sulle competenze professionali che vorrà sviluppare. La percentuale supera il 50% per l’età tra i 18 e i 24 anni e si attesta al 41,2% per la fascia 25 e oltre. Ovvero le classi di età che potrebbero e dovrebbero essere già inserite nel mercato del lavoro. C’è qualcosa di cui stupirsi? La scuola addestra i bambini ad obbedire riflessivamente. L'educazione coercitiva serve ai bambini solo accidentalmente; il suo reale scopo è trasformali in servi. Diceva John Taylor Gatto.
Continuo a chiederemi a quale scopo servano le scuole pubbliche, oltre ad immagazzinare i bambini mentre i genitori lavorano o guardano la televisione. Certamente non insegnano molto, come dimostra sondaggio dopo sondaggio. C'è un motivo particolare per la loro esistenza? A prescindere dalla loro funzione di baby-sitter, intendo. La scuola dovrebbe essere adattata alle esigenze ed alle capacità di coloro che vengono istruiti. Per i bambini non intelligenti, lo studio di qualsiasi cosa al di là di un minimo di lettura è uno spreco di tempo, dal momento che impareranno poco o nulla. Per gli intelligenti, una scuola pubblica equivale ad uno studente-nuotatore a cui viene legata un'ancora. Le scuole sono un ostacolo per l'apprendimento.
Alcuni di coloro che favoriscono le scuole pubbliche affermano che è necessario un pubblico informato per una democrazia funzionante. Vero, e senza ombra di dubbio. Ma non abbiamo un pubblico informato, non lo abbiamo mai avuto, e non lo avremo mai. Né, in realtà, abbiamo una democrazia funzionante, scriveva Fred Reed.
Vi chiedo: Quanto avete imparato a scuola, e quanto avete imparato da soli?
Il tempo, rubato anch’esso dall’inflazione e dal sistema fiat, non è dalla parte delle persone. Serve tanto, tanto tempo per conoscere quello che ci muove, le nostre inclinazioni, i nostri sogni e, in ultima analisi, chi siamo davvero. Se i genitori sono mediocri, ci va ancora più tempo per comprenderlo. Spesso ci identifichiamo in (siamo) ciò che facciamo, mentre dovremmo avere una prospettiva contraria, ovvero fare ciò che siamo. Se non nel lavoro, nel resto della nostra vita.
Distruggi la domanda
Dopo anni e anni di credito facile, che ha alimentato (di nuovo) la bolla immobiliare, arriva il momento di provare a mantenere l’inflazione, di alzare i tassi e quindi il prezzo del denaro. Così la richiesta di mutui cala del 23%. Se le banche centrali devono combattere l'inflazione, la distruzione del capitale è inevitabile. Non hanno alternativa per mantenere a galla l’economia.
Ovviamente in un mondo ideale (ideale nella nostra prospettiva attuale, ma dovremmo definirlo semplicemente naturale), dove le banche centrali non esistono, i tassi d'interesse stabiliti dal mercato sarebbero aumentati molto tempo fa; tassi più elevati avrebbero arrestato l'accumulo di debito, sgonfiato la bolla dei prezzi degli asset e incoraggiato la formazione di capitale reale. Quando l'economia reale è finanziata per l'80% tramite prestiti bancari e le banche sono fortemente esposte al rischio sovrano, l'effetto domino può partire da qualsiasi parte. La strada era quella prevista, comunque. I rialzi dei tassi hanno dato il via a una crisi bancaria che si concluderà con una recessione al contrarsi dell'attività di prestito. Tutto ciò sarà più largamente percepibile quando ci sarà il cambio di rotta sui tassi.