Bit24 #12 – Bolle, Fake News, Tetti ai Prezzi, Affitti Brevi
Dodicesimo episodio di Bit24, una rubrica che ogni 24 del mese ripropone i contenuti condivisi sui social media dal Sole 24 Ore.
La bolla cinese
Evergrande era già da due anni inadempiente su diversi coupon di debiti in dollari e la quotazione delle sue azioni era stata sospesa sulla borsa di Hong Kong. Era già il più grande sviluppatore immobiliare cinese nel 2011. Da allora le vendite della società sono aumentate vertiginosamente, in particolare sin dal 2016. I margini di Evergrande sono crollati sin dal 2018 e a partire dal 2021 non erano nemmeno sufficienti per pagare gli interessi sul suo debito. Il rapporto debito/patrimonio di Evergrande ha raggiunto il 41,6% nel 2017. Nel 2021 è sceso al 24%. Potrebbe sembrare che Evergrande abbia ridotto significativamente il suo debito, ma le cose non stanno così: tutto ciò che l'azienda ha fatto è stato scambiare debiti formali con debiti con i suoi fornitori. In altre parole, per far fronte agli impegni di riduzione del debito, Evergrande ha accumulato fatture non pagate ai suoi fornitori. Ma non c’è solo una cattiva gestione finanziaria.
Un cambiamento inaspettato è arrivato però all'inizio del 2021, quando il governo cinese ha deciso di far scoppiare la bolla immobiliare del Paese. Ha richiesto agli sviluppatori immobiliari cinesi di rispettare rapporti finanziari relativamente esigenti e ha impedito alle aziende che non lo rispettavano di aumentare il loro debito. E questo è quello che succede in un’economia (estremamente) pianificata.
Il governo cinese ha sostenuto il settore immobiliare per rafforzare la classe media e sostenere la crescita. Le banche hanno iniziato ad approvare mutui nel 1997 ed il credito era facilmente accessibile sia agli sviluppatori che alle famiglie. L'edilizia abitativa è diventata il veicolo di investimento preferito dai cinesi per una serie di motivi: i tassi sui depositi bancari erano mantenuti artificialmente bassi, il mercato azionario aveva subito gravi crolli nel 2007 e nel 2015 ed i controlli sui capitali impedivano la diversificazione in investimenti all'estero. Oggi il tasso di proprietà immobiliare supera il 90% e circa il 70% della ricchezza delle famiglie, di gran lunga superiore a quella delle economie occidentali, è detenuta nel settore immobiliare. Dopo la crisi finanziaria globale, il governo cinese ha utilizzato il settore immobiliare per stimolare la crescita attraverso ondate ricorrenti di credito facile. Di conseguenza solo negli ultimi quindici anni i prezzi degli immobili residenziali sono più che raddoppiati.
La stretta sui nuovi finanziamenti ha costretto poi gli sviluppatori a ridurre i nuovi investimenti ed a tagliare i prezzi per promuovere le vendite. La liquidità degli sviluppatori è diminuita a causa dei lavori in calo, dei progetti incompiuti e del calo delle vendite.
Che altro si può pretendere dal comunismo?
L’epica battaglia dell’informazione
Chi fa informazione si scontra con le fake news e il buco nero della cultura orale, quell’insieme consolidato e irrazionale di convinzioni e elementi senza basi che le persone si passano tra loro. Contro queste non si possono che rafforzare i presidi autorevoli dell’informazione, è l’aberrante commento di Giuseppe De Rita, presidente del Censis.
Io prego che il cuore e la logica mantengano viva una grande verità: grazie alla libertà, tutti partecipano, ma nessuno alla fine vince. È un processo senza fine. Come possiamo distinguere verità e non verità in un ambiente così caotico? Solo le singole menti umane, attraverso il ragionamento logico-prasseologico, possono distinguere le notizie vere da quelle false, le informazioni preziose dalle informazioni senza valore, la comunicazione meritoria da quella inutile. Nessuna autorità può sostituire l'attività, la creatività e l'adattabilità della mente umana.
L’aspetto positivo di oggi, infatti, è che se provate a precludere l'accesso in una sede digitale, immediatamente ne spunterà fuori un altro. Provate a dire che alcune idee non sono benvenute ed ispirerete un esercito invisibile di campioni di quell'idea a promulgarla in un altro luogo. Potete bloccare o escludere qualcosa grazie alle tecnologie conosciute, solo per vederlo rispuntare in un'altra tecnologia che non conoscevate.
Le opinioni non mainstream potrebbero essere più difficili da trovare. Potreste non ricevere una notifica sul vostro telefono, potrebbero non classificarle tra i migliori risultati nella barra di ricerca, ma tali opinioni sono là fuori, anche se ci potrebbe volere un po' di lavoro per trovarle.
Aerei sotto i tetti
Come per le tasse sugli extraprofitti (una parola senza senso che mi crea disagio mentre la scrivo), il Governo che difende l’imposizione del tetto sui prezzi dei voli vuole dimostrare il carattere socialista dell’attuale modello politico. Come rimane vero in tutti casi e per tutti i prodotti o servizi, l'interferenza del governo con il prezzo di una merce limita l'offerta disponibile per il consumo. Questo risultato è opposto alle intenzioni che hanno motivato il tetto di prezzi. Il governo vuole rendere più semplice per le persone ottenere l'articolo interessato (lo vuole veramente?). Ma il suo intervento avrà come risultato il restringimento della quantità prodotta ed offerta per la vendita.
Perché persone noiose come me parlano sempre di socialismo? In questo caso perché non è più il consumatore, ma il governo che decide cosa debba essere prodotto ed in quale quantità e qualità. Perché il controllo dei prezzi non può funzionare con soddisfazione in un’economia di mercato. Per citare Ludwig von Mises, la produzione può sia essere diretta dai prezzi fissati dal mercato tramite l'acquisto o l'astensione dal comprare da parte delle persone; sia può essere diretta dagli uffici del governo. Non c'è una terza soluzione disponibile. Il controllo del governo di una parte dei prezzi può solo risultare in uno stato di affari che — senza alcuna eccezione — ognuno considera assurdo ed opposto ai propositi. Il suo inevitabile risultato è il caos ed il disordine sociale.
Anche se negli articoli mainstream leggiamo cose senza senso, come il fatto che questi tetti sono pensati per calmare l’atteggiamento discriminatorio dei prezzi sulla base del reddito (io in questo caso penso subito all’IRPEF, non a un volo low-cost, comunque okay), i tetti sono fatti, in teoria, per contrastare quel fenomeno che ben conosciamo e che i burocrati fanno tanta fatica a chiamare col suo nome: l’inflazione. È un problema per le persone? Caspita se lo è! Ma il punto è che coloro che sono impegnati nei tentativi futili e senza speranza di combattere le inevitabili conseguenze dell'inflazione (l'aumento dei prezzi) stanno mascherando i loro tentativi come lotta contro l'inflazione. Mentre combattono i sintomi, pretendono di combattere la radice che causa il male. E poiché non comprendono la relazione causale tra l'aumento del denaro in circolazione e l'espansione del credito da un lato e l'aumento dei prezzi dall'altro, praticamente peggiorano le cose.
Lobby e persone
Piccole strutture schiacciate dalla crescita esponenziale degli affitti brevi e dalle politiche concorrenziali aggressive delle grandi strutture. Ma qual è il problema reale? È questo: nel 2011 in Italia c’erano 10.266 hotel a 1 e 2 stelle che offrivano il 13,3% dei posti letto del settore alberghiero. Oggi ne restano 7.476 e garantiscono il 9,6% dei posti letto del comparto. Suona già diverso, no?
Airbnb (nonostante sue policy aziendali raccapriccianti, che non sono tema di questa analisi) è una buona rappresentazione di come la tecnologia, nonostante tutto, sia un motore di progresso della civiltà, in questo caso migliorando la vita, evidentemente, di coloro che ora possono scegliere di evitare di soggiornare in hotel a una o due stelle i quali, a loro volta, sono portati a migliorare, a cambiare, per restare sul mercato. Forse è una logica spietata, ma è il semplicemente il gioco del mercato. Il socialismo, ovviamente, non la pensa in questo modo. Non guarda davvero al cittadino comune (che sia il visitatore o l’host) e tanto meno al progresso, guarda agli interessi politici e alle lobby. Poiché le persone fanno scelte in presenza di risorse scarse e tempo limitato, la concorrenza sarà parte integrante di qualsiasi sistema economico fintanto che ci sarà scarsità. La caratteristica principale del capitalismo di libero mercato non è la concorrenza, infatti, ma la scelta.
Maggiore è la varietà, maggiore sarà la concorrenza e quindi più benefici ci saranno per il consumatore. L'obiettivo di ogni azienda è quello di fare profitti. Questo, tuttavia, non può essere raggiunto senza offrire ai consumatori un prezzo adatto. Se i funzionari statali cercano di far rispettare un prezzo più basso, o ancor peggio di guidare la scelta del consumatore, quest'azione potrebbe spazzare via l'incentivo a produrre il prodotto stesso. Quindi, piuttosto che migliorare il benessere dei consumatori, le politiche dello stato serviranno solo a peggiorare le cose. Questo aspetto è molto difficile da comprendere per i consumatori e anche per gli imprenditori quegli imprenditori che, paradossalmente, non vedono il potenziale innovativo della concorrenza, per loro stessi. Come scrisse Bastiat, finiranno con l’apprendere a proprie spese che è meglio subire la concorrenza piuttosto che godere del monopolio.