Bitcoin in Africa, senza Internet
Bitcoin per i Paesi in via di sviluppo, per chi è escluso dal sistema finanziario e, adesso, anche per chi non ha accesso a internet.
Bitcoin is for billions, not billionaires, dice Lyn Alden. Tuttavia molte persone hanno ancora paura di Bitcoin o non hanno ancora chiaro come debba essere percepito. La paura che 21 milioni di pezzi possano non essere sufficienti per tutte le persone del globo, o paura dell’alta volatilità, della scalabilità oppure, paradossalmente, paura di una moneta non garantita dai governi.
Ma Bitcoin è davvero per tutti. L’Occidente, per quanto sempre più minacciato dalla nube scura della distopia che avanza fatta di instabilità monetaria, inflazione crescente, sorveglianza di massa, valute programmabili e povertà, è per il momento ancora costituito da regioni economicamente e politicamente privilegiate. Finché questo tipo di vantaggi per ora così netti perdureranno, le relative popolazioni, magari ancora non sensibili a temi quali l’indipendenza finanziaria, sovranità e privacy, potrebbero non essere particolarmente incentivate a detenere Bitcoin nei propri wallet. O, quanto meno, a considerarlo effettivamente come denaro. Ma, come tanti altri temi, Bitcoin non può che essere percepito diversamente a seconda dell’area geografica e condizioni di vita di riferimento. Un continente come quello africano, ad esempio, sta iniziando ad avere, per necessità, una percezione di Bitcoin diversa e anche più corretta rispetto all’Occidente più sviluppato.
I Paesi in via di sviluppo
I paesi in via di sviluppo sono un terreno al momento più fertile per Bitcoin, uno strumento che insegna l’importanza di avere un'alternativa alle valute deboli. Paesi come Nigeria, Venezuela, Colombia, Libano, parti dell’Europa Orientale, parti del Brasile e Vietnam sono alcuni dei luoghi in cui Bitcoin sta salvando intere famiglie. Avendo tutti i Paesi citati un tasso di inflazione che supera il 50%, è difficile pensare che queste popolazioni si facciano spaventare dalla volatilità di Bitcoin. La mappa mostra la gravità delle condizioni economiche in cui viveva parte della popolazione mondiale già nel 2019.
Bitcoin, tra l’altro, è stato disegnato per essere sempre meno volatile nel tempo. Più conoscenza si diffonde, più verrà adottato e maggiori capitali vi saranno allocati. E tanto maggiore sarà il valore del capitale globale allocato in Bitcoin, tanto minore sarà la sua volatilità relativa, in quanto saranno necessarie quantità sempre più ingenti di denaro per determinarne le fluttuazioni di prezzo.
Bitcoin protegge dall'inflazione monetaria infinita in cui sta precipitando l'attuale sistema a causa del potere dei banchieri centrali di stampare dal nulla tanto denaro fiat quanto ritengono necessario o conveniente. L'inflazione di Bitcoin, invece, tende a zero nel tempo e la sua offerta massima è fissata a 21 milioni di unità, qualunque cosa accada.
Già adesso Bitcoin è più stabile di molte valute comunemente considerate come sicure e garantite. Se una valuta locale è estremamente svalutata, non può infatti supportare la conduzione di una vita dignitosa, indipendentemente dalle ore lavorate dall’individuo o dalla sua famiglia. Quindi la popolarità di Bitcoin nei paesi in via di sviluppo emerge principalmente dal disperato tentativo dei cittadini di salvarsi da governi disfunzionali e economie distrutte.
Gli “unbanked”
Le persone che non hanno accesso ad un conto bancario sono molte più di quanto si pensi comunemente. Stiamo parlando di quasi 2 miliardi di persone nel mondo. Ovviamente Bitcoin si pone come soluzione anche a questo problema.
È sufficiente avere uno smartphone ed una connessione internet. In questo modo si può avere accesso diretto a Bitcoin senza vincoli perché questi è un sistema affidabile e non ha bisogno di autorizzazione (trustless). Lo stesso discorso si applica, ovviamente, anche a coloro che vivono nel primo mondo ma che per qualsiasi ragione sono ingiustamente esclusi dal sistema finanziario.
Stiamo quindi assumendo che coloro che non hanno neanche la possibilità di avere un conto in banca possano, invece, avere accesso ad uno smartphone? Sì.
Per essere precisi, Bitcoin risolverebbe non totalmente ma in gran parte il problema degli unbanked. Questo perché ben due terzi di coloro che non hanno accesso al sistema finanziario hanno, in effetti, accesso ad un mobile device.
Censura e confisca
Poco per volta, le persone che vivono nei paesi sviluppati si stanno rendendo sempre più conto di non essere totalmente al sicuro rispetto alla sorveglianza e rischio di confisca dei propri beni o della libertà individuale in generale. Nel breve-medio termine, è plausibile pensare che questa condizione continui a peggiorare. Bitcoin è un potentissimo mezzo di protezione contro la confisca in quanto al momento considerato come massima espressione concreta di difesa della proprietà privata.
Il problema della censura è ancora peggiore nei Paesi in via di sviluppo, dove leader corrotti costringono le persone ad agire in un certo modo minacciando di sequestrare i frutti del loro lavoro.
Bitcoin è un sistema di pagamento peer to peer e come tale le relative transazioni non possono essere censurate. Quindi, una volta che i frutti del lavoro delle persone sono archiviate all'interno della rete Bitcoin, queste saranno protette dalla violenza dell'attuale sistema monetario e finanziario.
Niente Internet?
Ma cosa succede se le persone, ed in particolare ci riferiamo di nuovo alle persone che vivono nei Paesi in via di sviluppo, oltre a non aver accesso al sistema finanziario, non hanno neanche accesso a internet?
L’internet penetration rate è drasticamente aumentato negli ultimi trent’anni, arrivando a coprire il 63% della popolazione mondiale (poco più di 5 miliardi di persone hanno accesso a internet).
Ci sono diverse aree dove più del 90% della popolazione ha un normale accesso a internet. Queste aree includono l’America, il Canada, gli Emirati Arabi ed il Qatar. In luoghi come l’Africa, però, la situazione è ben diversa. La mappa mostra una percentuale di popolazione che usa internet pari al 18% (si tratta di un dato del 2014, quindi probabilmente al momento il dato dovrebbe essere aumentato di qualche punto percentuale in più; alcune fonti parlano di un tasso attuale pari al 30%).
Ad ogni modo, è evidente che per tutte queste persone che non hanno la possibilità di navigare in rete, detenere Bitcoin risulti molto più complicato o impossibile. Tuttavia, si sta lavorando a brillanti soluzioni. Recentemente, proprio in riferimento all’Africa, si è sentito parlare di una soluzione in particolare, ed ho voluto approfondire l’argomento.
Il progetto Machankura
Machankura è un progetto che si propone di rendere Bitcoin accessibile a chiunque attraverso l’utilizzo di un semplice telefonino. Questo progetto, per il momento, è esclusivamente relativo ad alcuni Paesi africani (Nigeria, Ghana, Kenya, Malawi, Namibia, Uganda e Sud Africa).
Machankura crea un nuovo caso d’uso per Bitcoin, sebbene la tecnologia alla base dell’iniziativa non sia nuova. La possibilità di inviare e ricevere Bitcoin attraverso il telefonino (anche non smartphone) si concretizza attraverso la Unstructured Supplementary Service Data (USSD), una funzione presente in tutti i telefoni GSM. L'utilizzo più comune di USSD è quello di effettuare una richiesta ad un servizio, come la consultazione del credito telefonico, che non ha bisogno della struttura più complessa e costosa dell'SMS. L'USSD è infatti uno standard per trasmissioni di informazioni sui canali GSM e le funzioni disponibili variano a seconda del gestore telefonico e delle condizioni della rete.
Esempio di codici USSD di un operatore italiano sono (*123#); (*123*13#); (*154#).
Ovviamente, Machankura è compatibile con i codici USSD che consentono agli utenti dei paesi interessati di impostare un indirizzo Lightning Network, che sarà collegato al loro numero di telefono.
In questo modo, ogni utente registrato può inviare e ricevere Bitcoin al proprio numero di telefono da altri utenti Machankura o al loro indirizzo Lightning di Machankura. Inoltre, gli utenti possono impostare un nome utente per non dover condividere pubblicamente il proprio numero di telefono per ricevere Bitcoin.
Questa iniziativa, ancora ai primi sviluppi, semplificherà certamente la vita di molte persone, soprattutto di chi lascia il proprio Paese, o anche solo la propria città, per guadagnare di più e meglio sostenere, ad esempio, la propria famiglia rimasta nel luogo di origine. Tutto questo inviando un semplice messaggio.
In aggiunta, è probabile questo nuovo progetto motiverà a sua volta altri attori a sviluppare iniziative simili in Africa o in altre parti del mondo per promuovere l'adozione di Bitcoin tra coloro che ne hanno più bisogno.
Questo anche considerando che l’Africa sub-sahariana ospita circa 1 miliardo di persone e, secondo la GSMA Intelligence, circa 500 milioni di persone hanno un cellulare e la previsione è che questo numero salga a 600 milioni entro il 2025. In quel momento, la percentuale di popolazione mondiale con accesso ai servizi di telefonia mobile sarà pari al 67%.
Sembrerebbe anche che Machankura sia integrato con Bitrefill, dei buoni spesa presso diversi punti vendita, online e non, a scelta acquistabili in Bitcoin. Questo implicherebbe che, nella maggior parte dei casi, le persone che utilizzano il servizio mobile non avranno neanche bisogno di convertire i propri Bitcoin nella propria valuta locale nel momento in cui hanno bisogno di spenderli.
Unico punto a sfavore, la piattaforma offre un servizio custodial, ovvero simile ad un servizio bancario, piuttosto che permettere alle persone di essere i proprietari delle proprie chiavi private e, quindi, non essere soggette ad alcuni rischio di terze parti o di confisca. Tuttavia, sembrerebbe che Kgothatso Ngako, lo sviluppatore della piattaforma, abbia intenzione di trovare un modo per rendere le SIM card delle chiavi private, sebbene preoccupato che le istituzioni possano sfruttare i tempi di ricerca e sviluppo per compromettere l’iniziativa.
Lo stesso Ngako ha specificato che il motivo principale per la creazione di Machankura è stato osservare che il 94% delle transazioni finanziarie in Africa avviene in USSD, mentre il restante 6% viene effettuato tramite app.
Adozione di Bitcoin in Africa
L’utilizzo massiccio di Bitcoin sarà guidato sempre di più dal bisogno impellente di poterlo (o doverlo) adottare. Alcune delle ragioni sono quelle sopra descritte. Solo l’anno scorso, infatti, il mercato in Africa è cresciuto del 1200%.
Più, in Africa come in tutto il mondo, la svalutazione della moneta avanza, e più Bitcoin verrà plausibilmente adottato. Il grafico sottostante mostra il valore della naira nigeriana in dollari USA sull'asse di sinistra rispetto ai volumi di scambio di naira sulle piattaforme P2P sull'asse di destra. In Kenya, il trend è pressoché identico.
Allo stesso tempo, La Nigeria ha già annunciato l'intenzione di lanciare una e-naira, la sua CBDC. Tuttavia, è difficile pensare che moltissime persone, quando arriverà il momento, si affideranno alla valuta programmabile che non avrà nulla di meglio (piuttosto, sarà peggiore) rispetto alla naira attuale. Salvo le persone non saranno astutamente ingannate o costrette con la forza delle dittature, anche questo tipo di iniziative non faranno che incentivare l’utilizzo di Bitcoin.
Come sempre, l’educazione ed il tempo giocheranno un ruolo chiave. Questa educazione deve avvenire in modo olistico: sia sul piano tecnico che pragmatico. Ad esempio, in riferimento agli gli sviluppatori, è fondamentale insegnare loro l'architettura dei wallet, il protocollo e altri concetti fondamentali, e allo stesso tempo assicurarsi che le persone imparino come archiviare in sicurezza Bitcoin.
Da questo punto di vista andrebbe sottolineato che l'Africa ospita più di mille lingue indigene. La maggior parte del materiale educativo su Bitcoin disponibile è in lingua inglese, il che significa che sarebbe necessario un lavoro di traduzione per sbloccare la conoscenza per milioni di persone che non parlano le lingue più utilizzate nel continente, sia sul fronte degli sviluppatori che degli utenti.
Secondo diversi sviluppatori ed opinionisti, l’Africa potrebbe davvero essere il continente che giocherà un ruolo fondamentale nella promozione dello sviluppo ed adozione di Bitcoin e nel concretizzare questa rivoluzione monetaria. Forse, potrebbe essere interesse di tutti quanti aiutare le comunità locali africane ad apprendere di questa rivoluzione per poter decidere, o meno, di farne parte.