Digitalizzazione del sistema energetico e Bitcoin – Parte II
Un comunicato della Commissione Europa svela nuovi dettagli sui piani d’azione riguardo l’efficientamento energetico e Bitcoin.
Come anticipato nella Parte I dell’articolo, la Commissione Europea ha condiviso un comunicato indirizzato al Parlamento e al Consiglio dal titolo Digitalising the energy system - EU action plan, in cui viene confermata l’esigenza di digitalizzare il sistema energetico europeo e limitare i consumi energetici, cosa che impatterà il livello di accettazione anche di Bitcoin e della Proof of Work soprattutto sul versante istituzionale.
La pianificazione energetica ha come diretta ed inevitabile conseguenza la pianificazione economica. Le politiche incredibilmente interventiste dal punto di vista della gestione energetica descritte nel comunicato dovrebbero chiarire più o meno definitivamente la stretta connessione esistente tra i due mondi.
Pianificazione economica e sociale
Una pianificazione energetica della portata esposta nell’articolo precedente, avrà certamente ulteriori impatti negativi sulla capacità, da parte dell’Europa tutta, di produrre innovazione che alimenta il motore del progresso della civiltà. Questo riguarda anche l’accettazione di ciò che, nonostante tutto, la resiliente ed incessante forza del libero mercato continua a creare, come Bitcoin. Il progresso naturalmente incontra ostacoli che la pianificazione del mercato e di qualsiasi ideale vogliono impazientemente spazzare via, invece che usarli per la conservazione di quanto conseguito fino ad ora. Per molti la pianificazione è certamente sicurezza. Questo perché vogliamo che i nostri comuni problemi siano affrontati nel modo più razionale e preveggente possibile.
Ma, come scriveva Hayek 70 anni fa, per i pianificatori non è mai sufficiente delineare il più razionale quadro entro il quale le attività dovrebbero venire svolte da persone diverse, secondo i loro piani individuali. Vogliono una direzione centrale di tutte le attività economiche. E sono convinto che questo argomento si applichi particolarmente bene al problema energetico:
Essere controllati nelle nostre faccende economiche significa essere controllati sempre. La pianificazione economica prevede che a noi come singoli individui non sarebbe più permesso di decidere cosa considerare come marginale e cosa no. È il controllo dei mezzi per tutti i nostri fini. E chiunque abbia l’esclusivo controllo dei mezzi deve anche determinare quali fini debbano essere realizzati e quali valori debbano venir considerati come superiori o inferiori.
Tali attori temono capitalismo e monopoli. Eppure un’autorità che diriga, di fatto, l’intero sistema energetico (ed economico) è il monopolista più potente che si possa immaginare. E gli oppressi di questo monopolio sono (quasi) tutti gli individui.
È questo progressivo bisogno di delega, sviluppatosi nell’uomo nell’ultimo mezzo secolo anche per mezzo della costante identificazione di un nemico comune, che ha portato lo stesso a credere a fenomeni come il fatto che gli esseri umani possano controllare il clima oscurandone la sua reale complessità, ma che, nello stesso tempo, non siano in grado attraverso le vicende del libero mercato di gestire efficientemente il sistema energetico.
Non è affatto un segreto, infatti, che le aziende green non sarebbero mai decollate negli anni 2000 se non fossero state sostenute dai sussidi statali e, soprattutto, non avrebbero resistito alla prova del tempo se non fossero state continuamente sostenute, creando quindi una ramificazione di aziende zombi che non hanno fatto altro che dilapidare ricchezza reale. Questo è quanto osserva Lipton Matthews.
Ad esempio, pensate alla cifra record di $38 miliardi data dalla Germania alle aziende "verdi" nel 2020; pensate a come la maggior parte dei sussidi per i cambiamenti climatici finisca nelle tasche delle grandi banche; pensate a come i prezzi record del gas sono una manna per i produttori di auto elettriche. In sostanza, sussidi generosi e arbitrari vengono distribuiti dall'autorità politica centrale e i risultati sono capitalismo clientelare, inefficienza e impoverimento generale.
Per presentare un caso più specifico, la postulata decarbonizzazione del 50% del solo settore dei trasporti richiederebbe che i 3,8 quad di solare ed eolico utilizzati nel 2020 dal settore delle utenze raggiungano 12,1 quad entro il 2035. Quando si passa ai veicoli elettrici e si distribuisce 3 volte più quad di energia attraverso il sistema delle utenze, si crea anche scompenso con la gestione del carico. Questo perché, per esempio, l'aumento dei viaggi durante le vacanze crea picchi di carico che superano drasticamente i livelli giornalieri. Nel caso dei viaggi aerei, durante un anno tipo le miglia percorse a luglio sono pari a quasi il 140% del livello per il minimo stagionale di febbraio.
L’energia elettrica comporta un cambio di paradigma che in molti sottovalutano. Non può essere immagazzinata come prodotto. La produzione deve sempre soddisfare la domanda istantanea o la rete crollerà. L'unica soluzione è immagazzinare energia elettrica distribuibile in un'altra forma: serbatoi o batterie di stoccaggio pompati, e questo è incredibilmente costoso e la tecnologia non è pronta per garantire questo passaggio, sebbene il comunicato della Commissione Europa sostenga implicitamente il contrario. Non c’è da stupirsi che l’argomento non venga minimamente esposto, ma lo stesso mining di Bitcoin, grazie alla sua flessibilità può fornire un importante supporto in tal senso, ma anche in questo caso si tratterebbe di una soluzione parziale.
Ecco perché ci sono solo due alternative per rendere gestibile questo distopico paradiso ecologico ed ecco perché la necessità di digitalizzare il sistema energetico per averne un controllo maggiore: una soluzione è far pagare enorme quantità di tasse extra per il consumo di energia. Da qualche parte, le autorità, dovranno pur prendere i fondi per provare a garantire l’esistenza del sistema che promettono di costruire. Ma anche questa soluzione potrebbe non rivelarsi sufficiente, sebbene sia utile a creare un livellamento sociale. È probabile che l’unica vera soluzione sarà quella di porre rigide restrizioni all’utilizzo di energia, seguendo una strada che in questi stessi giorni viene progressivamente tracciata. Per riprendere l’esempio dei trasporti, si tratterà di limitare fortemente gli spostamenti delle persone (in aggiunta al problema dell’autonomia limitata dei veicoli elettrici) affinché la rete elettrica non collassi. Queste limitazioni sono già familiari a qualcuno? Non mi riferisco solo ai lockdown, ma anche alle nuove disposizioni di mobilità limitata per le auto in città come Milano.
E tutto ciò senza considerare una serie di altre problematiche tra cui l’insostenibilità generale delle auto elettriche per effetto del deperimento delle batterie e dei costi energetici crescenti.
Dal punto di vista dell’impatto ambientale, poco può cambiare. Come poco è cambiato dopo più di 20 anni di conferenze sul clima. Solo di recente la World Bank ha condiviso un report in cui, ad esempio, dichiara che i vari sforzi per ridurre il gas flaring (la pratica di bruciare senza recupero energetico il gas naturale in eccesso estratto insieme al petrolio) non stanno producendo risultati.
Bitcoin ed il mining
Da circa mezzo secolo (di nuovo) l’uomo si è abituato a vivere utilizzando un mezzo di scambio deperibile e scadente, un po’ come le batterie dei nostri telefoni, delle auto elettriche, o conferendo la stessa caratteristica agli edifici ed ai ponti che costruisce ed al cibo e ai valori di cui si nutre.
Dal punto di vista esclusivamente monetario, le persone sono incentivate a sbarazzarsi del loro asset (sì, la moneta è un asset) scadente e che quindi si deprezza nel tempo e spesso si cerca di immobilizzare l’asset in eccesso in qualcosa che sappia storicamente meglio mantenere il proprio valore, come un immobile. O perché no, risorse naturali in senso lato.
Il denaro fiat non mantiene il proprio valore nel tempo e questo incentiva le persone a cercare sempre nuovi modi di salvaguardare il proprio benessere attraverso l’utilizzo diretto o indiretto nelle risorse naturali. Che si tratti di investire costantemente il denaro nella speranza di salvaguardare il suo valore o che piuttosto una persona sia semplicemente portata a spenderlo in fretta, il risultato è l’impiego di risorse naturali aggiuntive, spesso sostenendo, tra l’altro, con le sue spese attività che non portano alcun valore alla società, altro sintomo nel sistema.
Volendo presupporre che alcune risorse naturali siano limitate (sarebbe più corretto parlare di costo-opportunità) o che la CO2 abbia un impatto devastante sul pianeta, risulta chiaro che anche in questo una moneta deflazionaria non può che portare un beneficio al pianeta. Ecco perché la credibilità delle politiche e narrative green si abbassa perpetuamente. È una narrativa che ha più a che fare con il controllo economico che con il benessere del pianeta e delle persone che ci vivono, ovvero un piano che vuole agire sul capitalismo quando, al massimo, dovrebbe voler agire sull’attuale sistema monetario e sul consumismo e lobbismo (che con il capitalismo hanno poco a che fare) derivanti.
Quindi se la società osserva un drastico aumento della CO2 nell’atmosfera, allora questa dovrebbe puntare il dito anche contro il sistema monetario attuale e la tipologia di moneta che è stata costretta ad utilizzare. Eppure è probabile che mai vedremo un Europa avanzare la proposta di un ritorno al sound money con un sistema come poteva essere quello del Gold Standard. Oppure un Bitcoin Standard, visto che il mining di Bitcoin consuma circa la metà del mining di oro.
Ci sono comunque più ragioni per cui una adozione bottom-up di Bitcoin condurrebbe a percorsi più virtuosi e sicuri tra cui il fatto di non essere censurabile ed i tentativi di censura che potranno palesarsi sempre più (dove c’è controllo e pianificazione c’è censura) sarebbero visibili a chiunque. Inoltre l’oro è solo una commodity ed in quanto tale potenzialmente eccellente come mezzo di scambio ma non, a differenza di Bitcoin, anche un network utilizzabile per creare nuovi prodotti e servizi open source.
Inoltre, la singola transazione on-chain di Bitcoin risulta essere quindi 1,2 volte più efficiente energeticamente di una transazione in valuta tradizionale. Se a questi dati si aggiunge la scalabilità di Lightning Newtork, la tecnologia risulta essere 194 milioni di volte più efficiente in termini energetici rispetto ad un pagamento tradizionale ed 1 milione di volte più efficiente di un bonifico istantaneo.
Affinché Bitcoin sia un network sicuro ed affidabile, e nello stesso tempo fare a meno della fiducia di enti centrali, la validazione delle transazioni si deve basare sul lavoro svolto dalla potenza di calcolo di chi partecipa attivamente alla rete utilizzando, quindi, il meccanismo di consenso Proof of Work. Come ogni altra attività umana, il mining è una attività energivora. L’elevato costo di scrittura di un blocco (che racchiude un set di transazioni) combinato con il basso costo per confermarne la validità, crea un forte disincentivo a creare transazioni invalide. Farlo, significherebbe sprecare elettricità, potenza di calcolo e quindi denaro investito.
Sempre ad Ottobre 2022, sono stati condivisi i dati di efficienza energetica di Bitcoin (Q3 2022) dal Bitcoin Mining Council. Secondo questi dati, il mining di Bitcoin consuma circa 0,16% dell’energia prodotta a livello globale ed il sustainable energy mix è salito al 59,4% (in pratica, il mining di Bitcoin risulta essere il settore più green che esista). In aggiunta, anche l’efficienza energetica del mining è in continua crescita.
Poiché l'energia è una componente significativa della struttura dei loro costi, i miner prestano sempre attenzione ai prezzi dell'energia e possono calcolare con certezza i prezzi dell'energia in pareggio. Durante un periodo di scarsità, il prezzo spot dell'energia aumenterà molto più del prezzo di pareggio dell'energia, incentivando i miner a ridurre la produzione e lasciare che l'energia fluisca verso i consumatori di energia meno sensibili ai prezzi, come le famiglie.
Un miner può interrompere la produzione e il consumo di energia in un attimo, senza incappare in perdite se pondera il costo alternativo di non estrarre Bitcoin. Non solo può interromperne il consumo, ma anche regolarlo in modo granulare verso l'alto o verso il basso con incrementi di kilowatt. Poiché il mining Bitcoin può essere interrotto ed è sensibile al prezzo, il processo è eccezionalmente adatto come strumento di risposta alla domanda e può aiutare a rafforzare i sistemi elettrici.
Come riportato da Bitcoin Magazine, la maggior parte delle industrie ad alta intensità energetica produce prodotti fisici che richiedono l'accesso alle catene di approvvigionamento. I miner Bitcoin producono hash venduti tramite Internet, pertanto una struttura di mining può generalmente essere costruita in qualsiasi luogo con energia e accesso a Internet a basso costo. L'indipendenza della posizione del mining consente di portare il consumatore di energia direttamente alla fonte di quell'energia. I miner sono i clienti definitivi di quelle risorse energetiche precedentemente bloccate, motivo per cui i produttori di petrolio hanno iniziato a utilizzare gas naturale per estrarre bitcoin che altrimenti avrebbero bruciato (gas flaring).
Inoltre, la modularità dell'estrazione di bitcoin consente di progettare un carico di estrazione che corrisponda alla capacità di generazione di energia disponibile. Ciò è particolarmente rilevante quando si abbina il carico di mining con la capacità di produzione in eccesso di un generatore di energia rinnovabile per migliorarne l'economia.
Il caso USA
Come considerato precedentemente, gli Stati Uniti stanno mantenendo una politica più aperta e decentralizzata in riferimento a più questioni, compresa quella del mining. In Texas, ad esempio, le autorità chiedono esplicitamente ai miner di operare all’interno dello stato.
Nel maggio del 2021 lo Stato del Texas ha approvato una nuova legge sulle criptovalute, il Virtual Currency Bill, che mira a facilitare nello Stato gli investimenti che riguardano Bitcoin. Lo stato americano, che ha enormi riserve di energia naturale e che può permettersi tariffe elettriche basse, sta comunque cercando di trovare anche nuove forme di energia per poter permettere il mining a basso costo, creando un ecosistema il più favorevole possibile a questo tipo di attività.
Nello stato i miner sfruttano soprattutto il gas naturale bruciato come fonte di energia. Tale spreco energetico, solo negli Stati Uniti è pari a 69 TWh (pari al 78% del fabbisogno energetico del mining nel 2021). I miner, sfruttando il gas flaring, contribuiscono quindi direttamente all’abbattimento della CO2 emessa nell’atmosfera.
Lo stesso senatore Ted Cruz, diceva al Texas Blockchain Summit:
Il cinquanta per cento del gas naturale che viene bruciato in questo Paese, viene bruciato proprio ora, nel Texas occidentale. Penso che sia un'enorme opportunità per Bitcoin, perché in questo momento si tratta di energia che viene semplicemente sprecata. Viene sprecata perché non ci sono apparecchiature di trasmissione per portare quel gas naturale dove potrebbe essere utilizzato nel modo in cui il gas naturale verrebbe normalmente impiegato; quindi viene semplicemente bruciato.
Anche il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha proposto programmi per rendere il suo stato più favorevole a Bitcoin. La mossa del governatore offre al sindaco di Miami Francis Suarez il sostegno a livello statale, aggiungendosi ai precedenti aiuti sostegni ricevuti. Desantis ha proposto un programma che possa permettere alle aziende di pagare le tasse e i dipendenti in Bitcoin, al fine di attirare nuovi investimenti in Florida.
È possibile che alcuni stati americani seguiranno il Texas e la Florida e, altri, no. Un sistema, quello americano, lontanissimo dal meritare celebrazioni ma per sua natura aperto alla decentralizzazione della politica (o federalismo) e delle decisioni da intraprendere. La natura di un percorso, pertanto, che prende poco per volta, anche in questo, una direzione opposta rispetto all’Europa che continua a perseguire il sogno di un potere unico e accentratore. Due vie ancora non definite ma per le quali risulta già chiaro che porteranno a due risultati molto diversi tra loro, così come è stato in passato.
In ogni caso, la rete Bitcoin continuerà a funzionare indipendentemente da ciò che dicono, fanno o pensano i potenti. Alcune delle entità più grandi e potenti come il FMI, la Cina, gli Stati Uniti e il movimento ESG hanno tentato di attaccare Bitcoin, ma quest'ultimo continuerà a muovere i suoi pezzi sulla scacchiera mondiale per contrastare ogni mossa, vista la natura del protocollo e della comunità.
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