Halloween e censura
La celebrazione di Halloween tra fonti arcaiche, censura e la sua attualità nello scenario sociale.
Soprattutto negli anni passati, Halloween in Italia e in Europa non è mai stata una festa sentita, tanto che pensiamo ancora oggi che si tratti di una celebrazione tipicamente americana.
In verità, si tratta a tutti gli effetti di una festa europea, che trova le sue origini nelle antiche popolazioni europee, come quelle celtiche e germaniche dalle quali noi deriviamo culturalmente. Sono infatti stati gli irlandesi, che emigrando nel continente americano, che esportarono e resero famosa la celebrazione di Halloween.
È la rappresentazione di qualcosa di arcaico e nascosto, qualcosa che qualcuno, centinaia di anni fa, ha fatto di tutto per cancellare, operando un vero e proprio soppiantamento culturale. Ho deciso di raccontare qualcosa riguardo questa festività, e questa cultura cancellata, per fare una semplice riflessione: sebbene siano cambiati i mezzi, censura e manipolazione politica sono sempre esistiti e hanno spesso avuto successo nel plasmare la società. Tanto da far dimenticare o riuscire a svilire o creare un senso di terrore verso vecchie culture o modi di pensare.
Il Tempo Circolare
In forma celtica questa festa era chiamata Sauin, come testimonia il calendario di Coligny, e segnava la fine di un ciclo e, possiamo dire, la fine dell’anno. La cultura celtica è estremamente duale, ma in senso complessivo e di unità, quindi un concetto, in realtà, molto distante dalla cultura occidentale moderna storpiata da molte religioni da una parte e dallo statalismo dall’altra: ogni elemento è composto da due facce, due lati. La vita e la morte, sullo stesso piano, così come la notte e il giorno, il bene e il male, l’uomo e la donna e così via. Ebbene, durante la notte di questo capodanno celtico, la fusione duale raggiungeva il proprio apice, tanto che poteva avvenire una interferenza spazio temporale che permetteva di congiungere il regno dei vivi con quello dei morti. Era una festa fatta di fuoco, di danza e di musica, descritta dagli antropologi come un evento estremamente gioioso.
Fine ottobre (periodo indicativo: i celti non utilizzavano il nostro calendario gregoriano, che ancora non esisteva), il periodo in cui le giornate iniziano a essere corte, oscure. La terra fornisce pochi prodotti e il bestiame viene riportato nelle stalle. Il dualismo riguarda allora l’intero anno: una parte di anno luminosa e una stagione oscura. La festa di Sauin segna l’inizio dell’anno, che nasce dall’oscurità (i celti avevano una concezione filosofia della vita e dell’energia che potremmo definire bottom-up: dal basso all’alto, dall’oscurità alla luce).
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