La stagflazione è qui?
La nuvola nera della stagflazione sta per invadere l’Europa e non solo: gli effetti della spesa pubblica e della stampa di denaro.
Durante l’estate, l’Eurozona ha iniziato a perdere la propria capacità industriale, amplificando una discesa iniziata, in realtà, già nel 2021.
Lo scorso luglio, in particolare, il Purchasing Managers' Index (PMI), che elabora i dati raccolti da coloro che acquistano i materiali destinati alla produzione industriale, è sceso a 48,9 punti. Dal momento che i 50 punti rappresentano il pareggio, questo dato indica l’inizio di una seria debolezza economica. Questo anche perché gli indici PMI sono usati dagli investitori per capire cosa pensano i responsabili degli acquisti riguardo il futuro della propria industria, quindi i risultati rappresentano il sentiment di mercato e forniscono un’idea sulla direzione futura del mercato.
A questo, ovviamente, si aggiunge un’inflazione core dell’Europa intorno al 6%, ovviamente ben lontana dall’unico obiettivo che giustifica l’esistenza della Banca Centrale Europea, ovvero quello del mantenimento dell’inflazione al 2%.
Non è solo il settore industriale il problema: i mercati immobiliari globali sono in decrescita dopo anni di guadagni costanti. In Italia, il mercato immobiliare residenziale registra una diminuzione delle vendite pari al -8,3% rispetto allo stesso trimestre del 2022 si sono vendute 15.000 abitazioni in meno.
Solo nel 2022, secondo i dati Istat, in media i prezzi al consumo sono cresciuti del 8,1%. Un'enormità se si pensa che l'anno precedente erano cresciuti solo dell'1,9% rispetto al 2020. La Federal Reserve di New York, poi, ha pubblicato un rapporto che mostra come, a causa dell'impatto dell'alta inflazione, gli Stati Uniti abbiano raggiunto nel primo trimestre di quest'anno un debito familiare record, con un numero crescente di famiglie insolventi sui prestiti.
I dati ci dicono che nel primo trimestre di quest’anno il debito totale delle famiglie statunitensi è salito a 17,3 trilioni di dollari, con un aumento dello 0,9% rispetto al trimestre precedente. La cifra è di 2,9 trilioni di dollari più alta rispetto a prima della pandemia Covid-19, alla fine del 2019.
L’insieme dei dati riportati fino ad ora costituisce la formazione di un fenomeno che ha un nome specifico: stagflazione.
Ora, guardiamola più da vicino.
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