La verità sul Contratto Sociale
Le assurdità, ed il successo, del presupposto dell’esistenza dello Stato ed il ruolo di Bitcoin nel contratto sociale.
In generale, il contratto sociale sostiene che le persone stabiliscano un accordo tra loro per vivere insieme nella società; e questo accordo è un riferimento fondamentale per la decisione individuale, nella misura in cui parla di possibilità e in cui impone dei limiti.
Dimenticando che una società è un insieme di individui che interagiscono al fine di perseguire uno o più obiettivi comuni, è comunemente accettato il fatto che il contratto sociale sia alla base della nascita della società, ossia di quella forma di vita in comune che sostituisce lo stato di natura.
È dalla teoria del contratto sociale che nasce il contrattualismo. Si tratta di quella disciplina che spiega esplicitamente che la società emerge nel momento in cui un contratto tra governanti e governati viene creato. In breve, da una parte abbiamo un gruppo di persone che accettano si seguire delle regole e leggi imposte perdendo una parte della loro libertà in cambio di una generale, o generica, sicurezza sociale. Tra i teorici del contrattualismo troviamo Thomas Hobbes, John Locke e Jean-Jacques Rousseau.
Nella vita reale, e se vogliamo neanche nella logica astratta, l’idea concreta di un contratto sociale non esiste. Si tratta, piuttosto, di una teoria del contratto politico. Quell'idea, promossa da Hobbes, Locke e Rousseau, secondo cui, ad un certo punto della storia, le persone si sono riunite e hanno volontariamente trasferito i loro diritti personali allo stato. I loro diritti quindi, sono improvvisamente diventati alienabili.
“Le contrat social”
Il trattato di Rousseau concepisce il contratto sociale come un patto attraverso il quale gli individui che decidono di abbandonare lo stato di natura e di dar vita allo Stato, alienano tutti i loro diritti (compreso il diritto alla vita) alla comunità di cui entrano a far parte. In tal modo essi diventano cittadini, e, in quanto tali, costituiscono l’assemblea sovrana che approva le leggi.
Rousseau distingue la volontà di tutti, che è la somma delle volontà dei singoli cittadini, dalla volontà generale, che mira all’utile pubblico, ed è sempre retta. La libertà, garantita dallo Stato, consiste nell’obbedire alla legge che ci si è prescritta. Se quest'alienazione dei diritti, dei doveri, del potere e dei beni di ciascuno avviene senza riserve, ognuno, dandosi a tutti, non si dà a nessuno, e nessuno ha interesse a rendere onerosa la condizione altrui (o renderebbe onerosa la propria).
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