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Le assemblee parlamentari

Introduzione al pensiero di Gustave Le Bon e un estratto di uno dei capitoli del suo celebre testo del 1895, "Psicologia delle Folle".

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mag 10, 2024
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Le osservazioni collettive sono le più erronee di tutte e rappresentano di solito una semplice illusione di un individuo che, per contagio, suggestiona tutti gli altri.

Sebbene il termine massa, o masse, richiami in noi immagini ben precise, in pochi si soffermano sulle precise caratteristiche che un insieme eterogeneo di individui, una massa appunto, possiede tipicamente. L’antropologo e psicologo Gustave Le Bon, verso la fine del 1800, lo ha fatto e ha prodotto un testo tutt’ora studiato dalla classe politica e dalle multinazionali e, un po’ più indietro nel tempo, da capi e dittatori che sulle masse (o sulle folle, come le definisce Le Bon) hanno esercitato non poca influenza: Lenin e Hitler, per citarne un paio. Mussolini fu anche uno dei primi ad applicare le logiche inserite nel testo di Le Bon, capendo che in una folla gli individui si comprino a tal punto da divenire un’unica entità che a sua volta si conforma verso un pensiero unico.

Il libro di Le Bon che ho acquistato e letto io è una edizione del 2021. La traduzione di Giò Fumagalli è moderna e rende questo testo di fine ‘800 incredibilmente semplice e scorrevole. La prefazione è di Eugenio Miccoli, che in pochissime parole riassume le caratteristiche di una folla secondo la concezione dell’autore originale dell’opera: l’autoreferenzialità, la contagiosità e la suggestionabilità.

Per Le Bon le folle in quanto tali non accumulano intelligenza derivante dall’apporto mentale di più individui che si mettono insieme, bensì accade l’esatto opposto: dal momento che l’uomo fa la differenza nella sua singolarità e non all’interno di una moltitudine, le folle sono più che altro degli accumulatori di mediocrità. La moltitudine permette semplicemente agli individui di potersi sentire invincibili e quindi di poter cedere ai propri istinti più bassi (o più alti, in qualche caso).

Dal momento che questo testo mi è sembrato tanto lineare quanto attuale, ho deciso di prenderne un estratto da proporre qui. In particolare, ho scelto uno degli ultimi capitoli, quello in cui Le Bon si concentra sulle assemblee parlamentari, che altro non sono che una folla esattamente come quella che possiamo immaginarci in una piazza o durante un corteo, in quanto riunione di individui qualsiasi che si accalcano freneticamente per qualche motivo, verso un comune obiettivo.

A voi l’estratto.

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