Racconti Inversi #1: Sentinella
Il celebre racconto breve di fantascienza di Fredric Brown e l’inaugurazione di una nuova rubrica.
Cari lettori,
Molti di voi sono sotto l’ombrellone, altri a fare trekking in montagna, altri ancora si sono chiesti “Ma per quale diavolo di motivo dovrei fare le ferie ad Agosto?”. Ad ogni modo, mi sembrava il momento giusto per inaugurare un nuovo modo di comunicare con voi; per inaugurare questa nuova rubrica che ho chiamato Racconti Inversi.
Sì, sarà una rubrica di racconti, più o meno lunghi. Secondo le regole normalmente accettate in narrativa, i racconti sono storie che si concludono in massimo ottomila parole. Per darvi un ordine di misura, mediamente i miei articoli stanno tra le duemila e le tremila parole.
Perché la narrativa?
Scrivere è sempre stata una delle mie passioni. O meglio, il mio mezzo preferito per veicolare le passioni stesse. In caso contrario, non avrei aperto questa newsletter, un anno fa. Fin dai tempi dell’università, anche prima in effetti, sono sempre stato attivo nella stesura di articoli. Ma non mi sono mai lasciato andare nella narrativa. Negli ultimi mesi questo aspetto è cambiato, e dopo un po’ corsi di scrittura creativa e immersiva e di narratologia e sceneggiatura, mi sento un po’ più pronto ad affrontare questo nuovo step.
Ho inizialmente pensato di aprire una nuova newsletter interamente dedicata ai racconti perché so che molte persone, forse soprattutto quelle in target con i miei contenuti, tendono a sottovalutare la narrativa in generale, magari prediligendo la saggistica. Aspetto che ho condiviso per diverso tempo. Alla fine, ho deciso di mantenere tutto qui, su BitBlinker, perché i racconti che ho intenzione di scrivere non avranno messaggi differenti rispetto agli articoli che sono solito scrivere. Tuttavia, potete scegliere di disiscrivervi dalla sezione dei racconti (Racconti Inversi, appunto).
E mi permetto di darvi un consiglio: non sottovalutate la narrativa! Il saggio, l’articolo, il report, parlano al cervello e sono fondamentali per la conoscenza, ma l’arte, quella parla direttamente all’anima. Dopo tutto, le storie parlano di cambiamento (soprattutto i romanzi, opere teatrali e simili, con i racconti la questione è più complicata). Una storia efficace non è qualcosa che passa senza avere alcun effetto: il mondo e le persone cambiano quando qualcosa di importante le travolge, anche quando sprofondano nel fallimento dell’incapacità di adattarsi ai cambiamenti. E poi, il mondo della fantasia è libero per definizione.
Le storie hanno un linguaggio universale. I diversi popoli in giro per il mondo si raccontano storie, e queste storie, se ci fate caso, si somigliano molto nella loro struttura. Persone nate in culture e millenni diversi sono arrivate a realizzare storie fondate su strutture molto simili, poi formalizzate in modelli come quello aristotelico. Se vi interessa la teoria sottostante la narratologia, potrò tornarci in un altro momento.
Spero che questo nuovo progetto sia gradito, che possa portare qualcosa di nuovo e che io possa essere in grado di continuare a comunicare determinati messaggi, semplicemente in un formato aggiuntivo e diverso rispetto ai precedenti.
Non vedrete questa newsletter diventare improvvisamente piena zeppa di racconti. Innanzi tutto, produrre anche un racconto breve è spesso un’impresa piuttosto lunga e faticosa. E poi, in generale, continuerò a rimanere fedele al taglio tradizionale della newsletter.
Inizio, in realtà, con un racconto che non è di mio pugno. Lascio che sia Sentinella, un celebre racconto (molto) breve di fantascienza del 1954 scritto da Fredric Brown, ad aprire questa rubrica. Lo trovate facilmente su internet oppure in varie antologie di racconti. Qualcuno di voi forse si è anche trovato ad analizzarlo e studiarlo alle scuole medie.
Cosa ne pensate?
Buone vacanze e… buona lettura!
Sentinella
Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame e freddo ed era lontano cinquantamila anni-luce da casa. Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravità, doppia di quella a cui era abituato, faceva d’ogni movimento una agonia di fatica. Ma dopo decine di migliaia di anni quest’angolo di guerra non era cambiato.
Era comodo per quelli dell’aviazione, con le loro astronavi tirate a lucido e le loro superarmi; ma quando si arrivava al dunque, toccava ancora al soldato di terra, alla fanteria, prendere la posizione e tenerla, col sangue, palmo a palmo. Come questo fottuto pianeta di una stella mai sentita nominare finché non ce lo avevano sbarcato. E adesso era suolo sacro perché c’era arrivato anche il nemico.
Il nemico, l’unica altra razza intelligente della Galassia…. crudeli, schifosi, ripugnanti mostri. Il primo contatto era avvenuto vicino al centro della Galassia, dopo la lenta e difficile colonizzazione di qualche migliaio di pianeti; ed era stata la guerra, subito; quelli avevano cominciato a sparare senza nemmeno tentare un accordo, una soluzione pacifica. E adesso, pianeta per pianeta, bisognava combattere, coi denti e con le unghie.
Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame e freddo, e il giorno era livido e spazzato da un vento violento che gli faceva male agli occhi. Ma i nemici tentavano di infiltrarsi e ogni avamposto era vitale. Stava all’erta, il fucile pronto. Lontano cinquantamila anni-luce dalla patria, a combattere su un mondo straniero e a chiedersi se ce l’avrebbe mai fatta a riportare a casa la pelle.
E allora vide uno di loro strisciare verso di lui. Prese la mira e fece fuoco. Il nemico emise quel verso strano, agghiacciante, che tutti loro facevano, poi non si mosse più. Il verso e la vista del cadavere lo fecero rabbrividire.
Molti, col passare del tempo, s’erano abituati, non ci facevano più caso; ma lui no. Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d’un bianco nauseante, e senza squame.
Avete ricevuto due e-mail? All’inizio volevo fare in modo che gli iscritti alla “main” newsletter non fossero automaticamente iscritti a questa sezione, ma che fosse una scelta personale quella di iscriversi a questa rubrica “raccontata”. Pensavo che Substack fornisse questa possibilità anche agli scritti precedenti ma evidentemente non è così. Per farla breve, questo mi ha portato erroneamente a mandare due email separate, una con il solo racconto (il cui post è stato eliminato) e una completa di intro (questa qui che sto condividendo). Mi scuso con tutti coloro che si sono trovati nella propria casella di posta entrambe le mail.
Ottima iniziativa 👏
Hai perfettamente ragione, tra il lavoro e la saggistica è veramente difficile trovare il tempo per la narrativa 😢