Siete insetti?
“Il problema dei tre corpi” – il problema della civiltà umana.
Un popolo alieno sta per invadere la terra e annuncia il suo arrivo sul pianeta, il cui processo dura secoli, proiettando su tutti gli schermi del mondo la scritta Siete Insetti.
Stiamo ovviamente parlando di quella che è diventata la celebre serie Netflix che ha fatto tanto discutere, e che ho visto con il mio solito ritardo, così come ha fatto discutere la riuscita, ma rivedibile, campagna di marketing della casa di produzione che ha previsto proprio la proiezione della frase Siete Insetti, sugli schermi della stazione di Roma Termini.
La serie si basa sulla Trilogia del Passato della Terra, di Liu Cixin. un libro che, stando a un articolo del 2017 del World Economic Forum, Bill Gates e Mark Zuckerberg pensano che tutti dovrebbero leggere. È stato pubblicato per la prima volta in Cina nel 2008 e la traduzione inglese uscita nel 2014 ha vinto il Premio Hugo 2015 per il miglior romanzo di fantascienza dell'anno.
Trama
Il problema focale della storia è che il pianeta in cui è ambientata la simulazione del videogioco di reclutamento, che corrisponde al pianeta dei San-Ti, gli alieni, è situato in un sistema a tre stelle, e i continui cambiamenti disastrosi a cui il pianeta è sottoposto sono dovuti al movimento del pianeta che risulta influenzato dalla gravità dei tre soli.
Scoperta la verità, uno scienziato di nome Wang viene messo al corrente dell'esistenza dei trisolariani. Scopre così che l'esistenza dei trisolariani è nota ai governi di tutto il mondo e che, così come le forze armate e i governi mondiali si preparano ad affrontarli in battaglia, c'è anche un nutrito gruppo di terrestri, guidati da Ye, che collabora con gli alieni per sostenere l'invasione.
Visto che una fisica cinese prigioniera del sistema comunista, sessant’anni prima, si era messa in contatto con questa comunità aliena attraverso un segnale radiotelescopico, gli San-Ti notano la presenza degli esseri umani e iniziano la loro rotta verso la Terra, che diventa, in qualche modo, la loro terra promessa.
Durante il loro viaggio finalizzato alla conquista, gli San-Ti iniziano ad attaccare il pianeta Terra, con vere e proprie attività di hackeraggio dei suoi sistemi informatici, impedendo all’uomo di proseguire, e anzi involvendo, il suo progresso.
I temi principali
Il tema della storia si basa quindi sul fatto che il progresso della scienza sia a sua volta la base costituente dello sviluppo umano. Ma questo aspetto è quasi estremizzato, perché nella storia si sviluppa una vera e propria associazione tra l’affidabilità e la condivisibilità dei dati scientifici con l’idea stessa di libertà. Vista la messa in discussione della scienza in tempi recenti, il fatto che proprio nel 2024 venga prodotta la trasposizione cinematografica di un romanzo del genere, potrebbe non essere un caso. È interessante notare, comunque, che sono gli stessi invasori che minano l’affidabilità della scienza, hackerandola, in un certo senso.
Un altro tema è uno di quelli abbastanza frequenti da trovare nei film o romanzi a tema pre-apocalittico, ovvero quello dell’unione, di una nuova alleanza tra tutti gli uomini del pianeta che mettono da parte le loro differenze per combattere un male comune. Un altro tema che non suona per nulla nuovo, oggi. E forse potrebbe suonare ancora meno nuovo, in futuro. Parla infatti dell’importanza di agire oggi, seguendo anche un sentiero dall’etica discutibile, in favore delle generazioni future. Il paragone non troppo velato è quello della lotta contro il cambiamento climatico, oppure contro una crisi globale che, chi sa, potrebbe cominciare con una cyberpandemia, come anche il film con Julia Roberts Leave the World Behind prodotto dalla famiglia Obama ha voluto paventare.
Viene affrontato anche l’aspetto dell’intelligenza artificiale e soprattutto della realtà aumentata attraverso il videogioco, strumento usato, per altro, come mezzo di reclutamento. Attraverso una sorta di Apple Vision alieno, i trisolari fanno risolvere degli enigmi ai candidati più brillanti della terra, tentando anche di farli aderire alla loro causa, persuadendoli del fatto che l’invasione del pianeta è l’opzione migliore che ci sia, anche per gli umani. Un vero e proprio cavallo di Troia.
La trovata pubblicitaria
Al di là della volontà di chi ha ideato l’idea di marketing del cartellone pubblicitario, rimane di alto impatto sociale l’immagine di una sinistra voce silenziosa, che proprio mentre ci muoviamo tra una stazione e l’altra, forse in effetti neanche troppo consapevoli circa la meta che vogliamo raggiungere, ci ha urlato addosso che siamo insetti.
A molti sarà venuto in mente il fatto che gli insetti non sono neanche più quelli che qualcuno ci vuole far mangiare, ma siamo proprio noi. Al di là delle intenzioni strategiche di Netflix, questa pubblicità ci ha colpito perché ci siamo trovati davanti a un’immagine molto verosimile riguardo a come le masse popolari vengano considerate da chi sta in alto. E forse la casa di produzione sapeva che ci avrebbe colpito proprio per questo: perché l’azienda sa che noi sappiamo, in fondo, di essere insetti, per qualcuno almeno.
Per gli San-Ti il popolo umano è una massa esecrabile di insetti e questo è il pensiero di alcuni degli esseri umani stessi, quelli che vedono negli San-Ti, i salvatori del pianeta. Avendo essi perso totalmente fiducia nei loro simili, invocano a gran voce la venuta del salvatore, qui in arrivo per sollevarci da tutti i nostri peccati, pronto a guidarci verso la retta via. Carichi di auto-sadismo, noi dobbiamo essere pronti a ricevere la punizione che meritiamo, prima di trovare la salvezza. Così, gli San-Ti potranno avere gli alleati sufficienti per poter governare in una nuova società tecno-feudale, basato su un nuovo modello di plebe privata di ogni diritto e dignità, ridotta allo status di insetti, calpestabili in ogni momento. Non a caso il governo dei trisolari abbraccia un collettivismo neo-oligarchico, simile a quello descritto da Orwell in 1984.
La concezione collettivista
Se diamo per affidabile la frase di Norman Douglas, si possono conoscere gli ideali di una nazione attraverso la sua pubblicità, allora siamo fottuti in partenza. Ma in fondo, già lo sapevamo che questi sono gli anni in cui si sta cercando di toccare il fondo l’abisso.
Il mito dell’insetto torna spesso nelle narrazioni che hanno a che fare con la perdita di individualità dell’essere umano, come nell’esempio kafkiano. Kafka utilizza gli insetti come metafora per esplorare temi profondi legati all’alienazione, alla disumanizzazione e alla condizione umana. Nel suo racconto La metamorfosi, il protagonista Gregor Samsa si sveglia trasformato in un enorme insetto. Questa trasformazione rappresenta la sua alienazione dalla famiglia e dalla società, evidenziando come venga trattato con disprezzo e repulsione una volta che non può più contribuire economicamente. Kafka vede gli insetti come simboli di insignificanza e vulnerabilità. Gregor, una volta trasformato, perde la sua identità umana e diventa un essere subumano, spogliato della sua dignità e ridotto a un oggetto di disgusto.
La visione dell’uomo unicamente come parte di un ecosistema animale è uno degli assi portanti delle ideologie dominanti, oggi. È uno dei simboli preferiti da parte della concezione del mondo collettivista. Le brigate rosse, che prendevano linfa vitale dall’ideologia marxista, hanno dato alla luce, collettivamente, il testo L’ape e il comunista, dove viene valorizzata la vita dell’operaio-soldato che porta il proprio contributo all’interno dell’alveare, come proprio scopo di vita.
Nelle ideologie post-umaniste l’uomo è una creatura superata, un po’ come i suoi valori e i suoi archetipi, che necessita di vivere in simbiosi tanto con la natura quanto con le macchine. Anche le modalità politiche dei governi sono sempre più simili a pratiche di gestione di sciami di animali fastidiosi, i cui membri non hanno individualità ma un unico scopo collettivo, come nazioni che hanno perso la loro sovranità.
Tutto diventa olistico. L’essere umano non è più solo l’essere umano, ma una creatura intrecciata con altre leggi naturali. Questo, in sé, non è nemmeno un’idea sbagliata. Tuttavia, queste dottrine edulcorate trasformano e pervertono anche la comprensione delle leggi naturali. Infatti, spesso, l’uomo non è un ente naturale che partecipa alla creazione, ma è relegato alla periferia della natura. È una lotta all’antropocentrismo che pretende di buttare via il bambino con l’acqua sporca. Proprio come nella storia del Problema dei tre corpi fanno i membri dell’Organizzazione Terra-Trisolaris, che lavorano per minare la società umana e preparare la strada agli alieni invasori.
L’uomo non è più una creatura privilegiata inserita nella natura ma un ingranaggio al servizio della stessa, a cui viene sottratto ogni tipo di afflato divino. Diventa quindi un’animalizzazione dell’uomo in una concezione collettivistica. Forse basta questo per ricordare che gli insetti non siamo noi. Dopo tutto, sono gli alieni che vengono a parassitare la Terra dell’uomo, eppure sono i primi ad accusare gli ultimi di essere insetti. In tutto questo i parassiti riconoscono la potenza dell’uomo e per questo cominciano la loro opera di demoralizzazione attraverso l’hackeraggio dei sistemi che, come si vede nella serie, porta indirettamente al suicidio delle menti più capaci del pianeta e poi alla fine del loro sviluppo. Sanno che, per quando arriveranno sulla Terra, gli esseri umani saranno troppo sviluppati tecnologicamente perché possa essere una facile impresa quella di sottometterli.
La vita sulla Terra è vissuta per favorire lo sviluppo dell’uomo, non solo tecnologicamente. Questo i parassiti lo sanno bene. Sanno che dentro di voi c’è una scintilla di qualcosa che qualcuno chiama Dio. È qualcosa che è bene ricordare, soprattutto quando qualcuno pretende di farvi credere di essere qualcos’altro.






