Bit24 #19 – FED, Case Green, Putin, Itinerari
Diciannovesimo episodio di Bit24, una rubrica che ogni 24 del mese ripropone i contenuti condivisi sui social media dal Sole 24 Ore.
Su e giù
Mentre l’amministrazione Biden cerca di fare pressione per tagliare i tassi d’interesse, Powell ancora non molla e continua a scegliere la via della competizione economica. L’idea di Powell è quindi quello di mettere a posto il proprio Paese prima di occuparsi di faccende estere, e nel frattempo sta attirando capitali. Sapete perché, almeno apparentemente, la FED sta facendo marcia indietro sul dollaro digitale? Perché per adesso sentono di non averne davvero bisogno. L’Europa invece, che segue un altro tipo di strada, e che tra l’altro è una regione che non vanta la stessa indipendenza energetica degli USA, si sta spostando sempre di più verso un’economia di guerra, ovvero un tipo di economia che favorisce la fioritura di modelli politici dittatoriali. Se ci pensate, è esattamente la stessa differenza che si può apprezzare osservando l’approccio dei due “Paesi” verso Bitcoin. Basti guardare l’esempio dell’approvazione dell’ETF. Sono ben lontano dal dire che gli Stati Uniti sono un faro di libertà (tanto meno lo è un ETF su Bitcoin!); dico solo che da un lato c’è chi gioca in modo vincente e chi no.
Torniamo ai tassi d’interesse e mettiamo in risalto un’altra differenza: se da una parte abbiamo gli USA che tengono duro, cosa mai avremo in Europa? Esatto, l’annuncio della Lagarde che prevede un taglio dei tassi per Giugno 2024.
Powell, se non altro, non ha paura di ammettere che l’inflazione non è finita, soprattutto quando si deve a che fare con un presidente come Biden e la sua politica guerrafondaia che chiederà sempre più finanziamenti. In altre parole, c’è una buona possibilità che i tassi non solo non si ridurranno come vorrebbe l’Europa, ma continueranno a salire.
Case verdi
Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva Case Green. La novità più importante del testo riguarda le ristrutturazioni. Ogni Stato membro dovrà adottare un piano nazionale che preveda la riduzione progressiva del consumo di energia degli edifici residenziali: l’obiettivo è un taglio del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Entro il 2050 il parco residenziale dovrà essere a zero emissioni. Le caldaie a metano, in particolare, non saranno più incentivabili dal 2025 e saranno totalmente eliminati per il 2040.
A livello nazionale, questa notizia implica che più di cinque milioni di abitazioni dovranno essere soggetti a un progetto di rimodernamento. Con la narrativa vi diranno, già lo fanno, che conviene. Un piccolo investimento facilmente ripagabile grazie al risparmio della bolletta media. Ma in quanto tempo ripagherete questo investimento, questa è una storia che non raccontano. Ve lo dico io: circa cinquant’anni.
Chi non riuscirà a sostenere questo piccolo investimento tecnologico divenuto nel frattempo obsoleto (e sarà ancora vivo, dopo cinquant’anni di risparmi) rischierà di perdere la casa.
Ha vinto ma…
Con una percentuale anche superiore alle previsioni più rosee, Putin ha vinto le elezioni, oltrepassando il consenso dell’87%.
Il presidente intendeva ipotecare i prossimi sei anni con un consenso assoluto, in modo che nessuno possa mettere in discussione le sue prossime scelte in Ucraina e all’interno. Cifre a parte, in realtà, l’operazione non gli è riuscita. Tre momenti, in questi ultimi mesi, hanno evidenziato l’esistenza di una frattura molto netta nella società.
Lo sentite anche voi questo forte odore propagandistico in queste parole?
Mentre Putin diventa più forte, l’Europa trattiene un pianto isterico. Affinché l’Europa mantenga e rafforzi la sua stretta tecnocratica e mantenga a galla la propria economia, Putin deve apparire come il peggior criminale della storia. Nessuno qui sta necessariamente insinuando che non lo sia, ma questo non ha che fare con la guerra, mi dispiace. Quindi abbiamo figure come quella di Macron che, parlando a nome della NATO, si dichiara disposto a inviare truppe a sostegno della democratica Ucraina. Nel frattempo, mancano le risorse, le armi, i trasporti e, pare, anche i militari, che si scopre essersi arruolati non per amore della patria ma per ricevere uno stipendio statale.
A scaldare gli animi ancora, e a far piangere l’Europa ancora di più, è stato Orban, che ha presentato la necessità di bloccare i fondi all’Ucraina (l’Europa ovviamente lo ha poi subito ricattato). Contemporaneamente, Erdogan dichiara che la pace tra Kiev e Mosca, di cui era un mediatore, nel Marzo del 2022 fu sabotata. La Russia si sarebbe accontentata della neutralità ucraina (come quella finlandese) per terminare la guerra. A quanto pare, però, Johnson, a nome dell’Occidente democratico, ha intimato Zelensky a continuare a combattere.
Influenza digitale
Dalle suggestioni di film o serie tv fino all’ispirazione trovata per caso nel videoclip di un cantante. Quando si tratta di organizzare un viaggio, (o forse, aggiungo io, la propria intera esistenza?) le nuove generazioni sembrano fare tesoro degli input di questi referenti. Media digitali, pubblicità online e notizie sui blog influenzano decisioni importanti delle persone. Sembra un fatto innocuo ma, come scrivevo in questo articolo, le persone sono sempre più guidate dalla scelta dell’algoritmo.
Di sovente non facciamo neanche in tempo a desiderare qualcosa ma è piuttosto quel qualcosa che ci raggiunge, tramite l’algoritmo materialista, e che si rende desiderabile. E questo secondo me spiega almeno in parte la superficialità dei tempi moderni. Uno dei fini ultimi della nostra vita è quello di conoscere noi stessi e per estensione capire che cosa desideriamo. L’algoritmo spesso annulla questo percorso o, più che altro, lo rende apparentemente meno urgente, meno indispensabile.
Soprattutto un mondo dove, a causa della vasta deresponsabilizzazione individuale, la paura della delusione è perenne, la grande quantità di scelte disponibile è un problema. Quando abdichiamo al nostro reale libero arbitrio, alla scelta attiva e consapevole ed eventualmente anche al fallimento, ammettiamo la nostra deresponsabilizzazione e la nostra mancanza di libertà.