Bit24 #20 – SSN, Vinted, Petrolio, Debiti
Ventesimo episodio di Bit24, una rubrica che ogni 24 del mese ripropone i contenuti condivisi sui social media dal Sole 24 Ore.
No bel
Il grande Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, luminare della scienza e creatore di profondi teoremi quali il clima è peggio del Covid, grande estimatore della pasta bollita in acqua tiepida, del progressismo ma anche dell’arretratezza tecnologica e del correlato movimento No Auto, nonché teorico del crimine di pedonicidio e distributore di sieri guaritori, questo mese ci ha deliziato con la presentazione di sé stesso in veste di paladino del Servizio Sanitario Nazionale.
Che cosa disturba il dottor Parisi? No, non intendo scoprire il tipo di malattia cui è disturbato. Intendo, che cosa gli preme in testa? E no, non mi riferisco a un eventuale tumore al cervello, ma davvero a capire quale sia la sua preoccupazione che gli fa così tanto temere per la sua vita. Non riesco a uscirne.
Facciamo così, passiamo a una sua intervista e basta:
Quella della Sanità in crisi è un’emergenza che assomiglia a quella della lotta al cambiamento climatico. Anzi si può dire che siano legate e che una influenzi l’altra, visto che ad esempio l’aumento delle temperature causa anche una crescita di problemi di salute soprattutto per gli anziani. Senza dimenticarsi delle pandemie legate agli effetti del clima. Ecco, di fronte a queste sfide serve un Servizio sanitario efficiente con ospedali moderni, tecnologie e senza la carenza di medici e infermieri.
In questa rubrica non ci piace perdere tempo; andiamo subito al nocciolo della questione, a ciò che davvero interessa allo scienziato e ai suoi finanziatori. Ecco la sua originale proposta:
A fronte di un lievissimo aumento delle tasse gli italiani risparmierebbero quanto spendono oggi per curarsi.
Aha! Senza farlo apposta abbiamo anche scoperto la malattia che affligge il dottor Parisi. È sempre quella.
Questa notizia mi ha ricordato qualcosa che avevo letto ne La via della schiavitù, quindi mi ha messo voglia di andare a sfogliare i miei vecchi appunti su Hayek.
Il processo di creazione di un mito per giustificare le proprie azioni non è necessariamente cosciente, ma un leader totalitario può semplicemente abbracciare teorie che sembrano fornire una giustificazione razionale ai pregiudizi che egli condivide. In questo modo anche teorie pseudoscientifiche diventano parte del credo ufficiale, che dirige le azioni di ciascuno in modo più o meno esteso.
Poverty is cool (again)
Questi mainstream media vogliono proprio che crei una rubrica a parte dal titolo Povery is Cool, o qualcosa del genere. Perché questa nuova narrativa è ormai perfettamente individuabile, anche tra le sezioni che scrivo nel Bit24. E pensate che qui attingo solamente alle notizie del Sole 24 Ore. In altri episodi abbiamo visto quanto è figo lo smartphone ricondizionato, quanto è intelligente lo stare attenti a non sprecare il cibo (con tanto di immagine di beni in decomposizione), quanto è cool spegnere le luci di casa, quanto ci serviva quel bonus incentivi per l’auto usata che tanto desideravamo e quanto sia salutare evitare di mangiare uno dei prodotti alimentari più costosi sul mercato: la carne. Ora la moda, letteralmente, si sposta sull’abito usato.
Ritengo quella dell’usato una fetta di mercato effettivamente sana e intelligente, per alcuni aspetti. Ma il pompaggio propagandistico verso tale fetta, beh, capite bene che quella è un’altra faccenda. Una faccenda che guarda caso si scioglie e si mescola verso la solita, univoca e unidirezionale ideologia. Le parole del CEO di Vinted:
Cresceremo ancora, stiamo contribuendo a un cambio di paradigma nei consumi e all’abbattimento delle emissioni dell’industria della moda. Nel nostro primo Climate Change Impact Report abbiamo dimostrato che una transazione sulla nostra piattaforma consente di risparmiare 1,8 kg di CO2 rispetto alle altre. Certo, per noi sono proprio le consegne a generare il maggior impatto. Per questo abbiamo lanciato il nostro servizio di spedizione Vinted Go, con i nostri punti di consegna e ritiro, che permette di abbattere del 62% le emissioni rispetto alla consegna a casa.
Perdonate la generalizzazione, ma oltre alla grande ipocrisia mal celata, questo brand dal mio punto di vista non rappresenta paradossalmente altro se non la direzione economica in discesa cui il genere umano (in Occidente, soprattutto) è stato veicolato e il bieco consumismo cui è stato addestrato.
Le menzogne dell’Europa
Solamente a febbraio il Sole 24 Ore decantava una primavera arrivata in anticipo per il prezzo di gas e carburante e il fatto che erano otto mesi che il combustibile non si scambiava a un prezzo così basso. Mentre a dicembre, con il petrolio a 70 dollari al barile, scriveva che la caduta dei prezzi dei carburanti contribuisce a raffreddare l’inflazione (*?#!).
Ebbene, rieccoci qui, oggi, con l’ennesimo fallimento della pianificazione centrale. Qualche tensione in Medio Oriente e siamo di nuovo ai 90 dollari al barile, con un recupero totale del tanto decantato calo dei prezzi degli ultimi sei mesi con una particolare impennata del prezzo del gas europeo. Questo accade perché gli attori di mercato sanno perfettamente che l’Europa è lontanissima dall’obiettivo auspicato riguardo alla sua indipendenza energetica.
Questi sono i segnali da osservare per capire quanto l’Europa sia ridotta a un colabrodo e la tranquillità con cui la signora Lagarde annuncia prossimi tagli dei tassi, prima di tutte le altre banche centrali, è una maschera che nasconde questa ovvia realtà dei fatti.
Nel frattempo, il Pil delle economie europee continua la sua tendenza al ribasso. Il motivo per cui inizialmente i prezzi si sono abbassati è stato perché la domanda si è contratta tanto. Gran parte di questa distruzione della domanda energetica industriale è dovuta alla chiusura permanente della capacità produttiva poiché la produzione ad alta intensità energetica si è spostata altrove (basti vedere il caso della Germania).
Il debito cresce
Sommati ai 176 miliardi già comunicati a suo tempo il conto finale (finora) dei bonus edilizi arriva nei dintorni dei 210 miliardi.
Dell’aspetto più inquietante, comunque, non discute nessuno, ovvero del fatto che è proprio la valanga di bonus e stimoli fiscali a tenere a galla un (falso) Pil italiano. E questo serve affettivamente a qualcosa? Ovviamente no. L’inflazione dei prezzi rimane alta e il rialzo dei tassi devono ancora mettere in mostra il loro effetto sull’economia.
Vorrei ricordare che deficit pubblico in aumento significa tasse in aumento, inflazione in aumento e debito ancora maggiore in futuro. La recessione continua a venire rimandata, facendo prevedere per il futuro una situazione sempre più disastrosa. E questo bonus edilizio infatti altro non è che una tecnica per mantenere alto il valore immobiliare. È proprio così che il celebre denaro stampato dal nulla negli ultimi mesi e anni è arrivato in Italia: attraverso l’edilizia.
Fino a poco tempo fa si poteva comunque contare sulla Banca Centrale Europea per le coperture, che però ha adesso un equity negativo. E quindi i soldi dovranno essere presi dai contribuenti. Inutile dire che quando i risparmi privati diminuiscono e i deficit pubblici sono continui e in aumento, non si può sfuggire alla devastazione economica.