2022 Recap
Ai primi sei mesi di vita della newsletter si conclude l’anno. Ecco un resoconto sui contenuti e qualche nuova riflessione.
Sembra passata una vita da quando scrivevo articoli sul metaverso e sulle potenzialità delle criptovalute. Eppure si tratta di un periodo che risale a poco più di un anno fa. Per quanto non ne vada fiero, quello è stato uno step iniziale e fondamentale del mio percorso, partito da una costante, quella del piacere di comunicare attraverso la scrittura.
Sapere esattamente che cosa comunicare è un’altra questione, raggiungibile in modo efficace solo attraverso l’identificazione di uno scopo. Come è accaduto a tanti, e come spero che continui ad accadere ad altre persone, scoprire e capire Bitcoin ha iniziato a palesare questo scopo. Per quello che riguarda la mia natura, per ottenere un adeguato livello di approfondimento su determinati argomenti la mera passione non risulta sufficiente. Ed il grado di studio necessario per procedere alla redazione di diversi articoli nel corso del tempo è stato quello strumento che ha reso possibile l’operare diversi cambi di consapevolezza. E questo è vero anche oggi, e lo sarà anche domani. Allora anche la stesura degli articoli condivisi negli ultimi sei/sette mesi non riguarda solo un piano comunicativo, ma anche un viaggio di condivisione ed un personale mezzo di apprendimento.
Ci tenevo quindi a ringraziare chi sceglie, tutte le settimane, di partecipare a questo viaggio dedicando qualche minuto della propria vita a leggere quanto condivido (mentre scrivo, siete quasi 400 persone ad essere iscritte alla newsletter).
Maggiori competenze economiche, politiche e filosofiche sono state diffuse per effetto di Bitcoin. Se da una parte tale fatto mostra la potenza benefica che scaturisce dall’impatto tra una persona ed il protocollo, dall’altra riterrei pacifico pensare che l’individuo possa raggiungere da solo (senza passare per Bitcoin) specifiche consapevolezze o, quanto meno, a porsi dettagliate domande, visto che gli strumenti e le evidenze per porsele erano qui da molto prima di Bitcoin.
È vero, spesso il risultato non cambia, alla fine. Ma si tratta semplicemente della predilezione di un percorso oggettivamente logico, ovvero quello della comprensione di un problema seguito dalla comprensione di una soluzione. È per questa ragione che talvolta non trovate neanche esplicitata la parola Bitcoin nei miei articoli. Spero che questo approccio sia gradito.
In virtù dello studio e dell’impegno necessario per produrre i contenuti, e soprattutto in virtù del fatto che mi piacerebbe produrre articoli di un livello qualitativamente sempre migliorato, nel 2023 mi aspetto un ritmo di pubblicazione leggermente meno repentino, anche nell’ottica desiderata di intasare il meno possibile le caselle di posta di voi lettori. Alcuni di questi contenuti (circa 1/mese) verranno proposti come contenuti extra, trovando un patto tra la volontà di assecondare un mero spirito creativo, di aiutare chi vorrà ascoltare, ed il fatto che il tempo è la risorsa più scarsa e preziosa che abbiamo.
Ho la sensazione che il 2023 sarà un anno ricco di novità per la nostra società; novità piacevoli e meno piacevoli. Sicuramente un anno in cui molti nodi verranno al pettine. E allora anche un anno in cui nuovi approfondimenti, analisi e riflessioni certamente non mancheranno.
Il mio desiderio è quello di continuare ad assistere all’evoluzione di fenomeni di formazione di comunità di individui che, nonostante tutto, collaborano e cooperano tra di loro come amanti della vita e della libertà. Uno dei propositi del nuovo anno, sarà quello di dare spazio sulla newsletter a queste comunità.
Adesso, però, rivolgiamo un ultimo sguardo al 2022.
BitBlinker nel 2022
Di seguito l’elenco degli articoli principali condivisi negli ultimi (e primi) sei mesi della newsletter suddivisi per qualche categoria.
I tre articoli più letti
Altri articoli su Bitcoin
Altri articoli sulle CBDC
Altri articoli politici ed economici
Breve lettura di fine anno
Auguro a tutti un felice anno nuovo e che sia pieno di vita.
Vi lascio con un passaggio di Friedrich von Hayek tratto da La via della schiavitù, del 1944.
Probabilmente la grande maggioranza è raramente capace di pensare in modo indipendente e nelle questioni più importanti accetta le opinioni che si ritrova già pronte. In qualsiasi società la libertà di pensiero avrà probabilmente un chiaro significato solo per una piccola minoranza. Ma questo non vuol dire che debba esserci qualcuno che, per competenza o potere, selezioni coloro ai quali vada riservata la libertà. E certamente non giustifica la presunzione che debba esserci un qualsiasi gruppo di persone a pretendere il diritto di decidere cosa la gente debba pensare o credere.
Per fare in modo che la libertà intellettuale assolva la sua funzione come primo motore del progresso non è essenziale che ciascuno sia in grado di pensare o scrivere qualunque cosa, ma che ciascuno possa discutere su qualsiasi causa o idea.
Finché il dissenso non è soppresso, vi sarà sempre qualcuno che metterà in dubbio le idee che guidano i suoi contemporanei e sottoporrà nuove idee al vaglio della discussione e della pubblicità. Questa interazione fra individui, che possiedono differenti conoscenze e differenti opinioni, è ciò che costituisce la vita del pensiero. Lo sviluppo della ragione ha un processo sociale basato sull’esistenza di tali differenze. È nell’essenza di questo processo che i suoi risultati non possono essere previsti, che non si possa sapere quali idee favoriranno il suo sviluppo e quali no.
Pianificare ed organizzare lo sviluppo dell’intelletto, ovvero il progresso in generale, è una contraddizione in termini. L’idea che l’intelletto umano possa consapevolmente controllare il suo proprio sviluppo confonde la ragione degli individui la quale può da sola controllare consapevolmente ogni cosa mediante il processo interpersonale al quale è dovuta la sua crescita. Se tentiamo di controllarlo mettiamo soltanto dei confini al suo sviluppo presto o tardi finiremo col produrre la stagnazione del pensiero e il declino della ragione.
Soltanto l’approccio individualista ai fenomeni sociali ci fa riconoscere le forze metaindividuali che guidano la crescita della ragione. L’individualismo è di conseguenza un’attitudine di umiltà di fronte a questo processo sociale e di tolleranza delle opinioni altrui, esatto contrario di quell’orgoglio intellettuale che sta alla radice dell’istanza che postula una direzione estesa al processo sociale nel suo complesso.